martedì 26 febbraio 2013

Posizione delle tintorie nel Medioevo


Le tintorie, a causa dell’odore cattivo che emanavano, erano sempre confinate ai margini della città o fuori dalle mura, vicine a fiumi, torrenti o al mare dove era possibile scaricare i liquami di scarto. Chi lavorava all’interno delle tintorie, in Italia meridionale erano gestite in epoca federiciana (prima metà del XIII secolo) dagli ebrei, era considerato un marginale, nella maggior parte dei casi si trattava di servi o di lavoratori stagionali. Inoltre il tabù ‘dell’impurezza’ e della ‘sporcizia’, fortemente sentito nella società medievale, ricadeva su tutti coloro che lavoravano nel settore tessile: tintori, follatori (la follatura era un’operazione con la quale si facevano restringere e feltrare i panni di lana sottoponendoli a pressione, previa imbibizione in liquido adatto) e tessitori. Nelle Fiandre del XIV secolo le donne disprezzavano gli operai tessili che ritenevano repellenti a causa della puzza di urina che si portavano addosso e delle loro ‘unghie blu’, segno distintivo della vile attività.

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